Alla metà degli anni Trenta, Renato Birolli si accosta a Quasimodo e ai poeti ermetici: “Costoro modificavano il mio modo di sognare la realtà”, ricorderà nei TaccuiniBirolli nello studio di Milano, seconda metà degli anni Trenta

Nel 1936 soggiorna per la prima volta a Parigi, dove incontra Lionello Venturi in esilio e studia Corot, Manet, Delacroix, Braque, Renoir, Matisse, Van Gogh e Cézanne. Birolli sul Pont des Arts, Parigi, 2 novembre 1936

Risale allo stesso periodo il sodalizio intellettuale con il critico Sandro Bini, che nel 1937 scrive l’introduzione ai 46 disegni delle Metamorfosi, pubblicati da Campografico. Viene arrestato e licenziato dal posto di lavoro all’“Ambrosiano” per motivi politici.

Nel 1938 sposa Rosa Rossi, la Ro, da cui avrà due figli, Zeno e Marco. Birolli nello studio di piazzale Susa, ritratto con l'olio su tela Le signorine Rossi, 1938

Nello stesso periodo, Renato Birolli è tra i fondatori del gruppo e della rivista “Corrente”, già “Vita Giovanile”, “periodico mensile di arte, letteratura e politica” fondato da Ernesto Treccani il primo di gennaio del 1938 con un programma di rinnovamento intellettuale e di apertura europea dell’arte italiana. Birolli, Treccani e Morosini con una copia della rivista Corrente, 1938-40Autoritratto davanti allo specchio firmato, 1940

La rivista, attiva dal 10 gennaio 1938 al 31 maggio 1940, è soppressa nel giugno del 1940 dal segretario del partito fascista Scorza. “Corrente” prosegue comunque le sue attività, grazie anche al sostegno del collezionista Alberto della Ragione, nella galleria Bottega di Corrente, che si inaugura nel dicembre 1939 proprio con una personale di Birolli (12-24 dicembre). Per “Corrente”, Birolli pubblica numerosi articoli, tra cui una serie di testi dedicati alla città e Aspetti non privati dell’artista (31 maggio 1940).

Nel 1940 vince il secondo premio al Premio Bergamo. L’anno seguente soggiorna in Valpolicella e ottiene la prima monografia, a firma di Sandro Bini per le edizioni di Corrente.Birolli con gli amici di Corrente al IV Premio Bergamo, 1942. Da sinistra Birolli, Vedova, Guttuso, Morosini, Valsecchi, Migneco, Peverelli

Nel 1942 espone alla XXIII Biennale di Venezia (giugno-settembre) con un’ampia selezione di opere e tiene una personale alla Galleria della Spiga – già Bottega di Corrente – con una presentazione di Salvatore Quasimodo.