Nel 1955 tiene la seconda personale alla Catherine Viviano gallery (31 gennaio – 26 febbraio) ed espone alla prima edizione della Documenta di Kassel (luglio-settembre).
Trascorre l’estate a Manarola, dove dipinge le serie delle Vendemmie e degli Incendi delle Cinque Terre (1955, 1958), in cui lo spazio fisico si scioglie nell’emozione del colore. Ben accolte dalla critica e dalla stampa, le opere di quest’ultima stagione gli valgono il Premio La Spezia, il terzo premio al Carnegie Institute di Pittsburgh e il Premio Lissone. Nel 1956 trascorre l’estate a Tellaro e viaggia per la prima volta in Germania.
Tra la fine del 1956 e il maggio del 1957 trascorre diversi mesi ad Anversa, dove dà avvio al ciclo pittorico dei Canti. Dopo il rientro a Milano viaggia brevemente a Parigi e a Londra.
Nel maggio 1957 è presente con oltre cinquanta opere e con i disegni della Resistenza all’esposizione della Collezione Cavellini alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e a La Chaux-de-Fonds, in Svizzera (gennaio 1958).
Nel 1958 prende parte alla XXIX Biennale di Venezia in qualità di commissario e in marzo parte per New York, dove il mese successivo si inaugura la sua terza personale alla Catherine Viviano gallery, con opere del periodo di Anversa; in occasione di questo viaggio ha occasione di confrontarsi con le ultime tendenze dell’action painting, che studia con interesse pur senza aderirvi.
Rientrato in marzo da un breve viaggio in Germania, muore il 3 maggio 1959, stroncato da un attacco di cuore.
Pochi giorni dopo si inaugura una personale a Berlino (Haus am Waldsee), che tra il 1959 e l’inizio del 1960 tocca numerose città tedesche. Nello stesso periodo la LIV Biennale di Verona (maggio-giugno 1959) e la VIII Quadriennale di Roma (dicembre 1959-aprile 1960) gli dedicano una sala personale, mentre tra ottobre e novembre si inaugura, presso la Galleria La Nuova Pesa di Roma, Italia ‘44, personale dedicata ai disegni della Resistenza che, nel corso del 1960, visita diverse città italiane. L’anno seguente vedono la luce, a cura di Enrico Emanuelli, i suoi Taccuini, e la XXX Biennale di Venezia gli dedica una sala monografica (giugno-settembre 1960).